SARONNO TORNA AL CENTROSINISTRA
Pensava di vincere al primo turno, ma la cittadinanza di Saronno aveva per Annalisa Renoldi, vicesindaco uscente del pdl, tutt'altre intenzioni. Ieri è stata infatti sconfitta dal candidato del centro sinistra luciano porro, che l'ha battuta con quasi il 52% dei voti.
E pensare che il primo turno era finito 44 e mezzo a 27, una percentuale che non dava molte speranze. E invece porro che inizialmente era sostenuto da pd, verdi e socialisti, è riuscito a catalizzare i i voti dell'italia dei valori, della sinistra saronnese e di due altre liste civiche, lasciando alla renoldi solo le liste che l'hanno sostenuta dall'inizio: cioè lega pdl e udc.
Luciano Porro, 53 anni sposato da 25 anni, tre figli, è medico di base da vent’anni, dopo un’intensa attività negli anni ’80 a Milano come medico specilizzato nell'assistenza ai malati di Aids. consigliere comunale dc dall’80 al ’90 ha lasciato la politica prima dell’arrivo di Tangentopoli per poi tornarci nel ’94, per far nascere la lista Civica di centrosinistra che poi vinse. Ora a guidare la città per 5 anni sarà lui, sperando nella compattezza della nuova coalizione che l'ha sostenuto, e che ha spezzato dieci anni filati di vittorie del centro destra.
Da varese stefania radman
E pensare che il primo turno era finito 44 e mezzo a 27, una percentuale che non dava molte speranze. E invece porro che inizialmente era sostenuto da pd, verdi e socialisti, è riuscito a catalizzare i i voti dell'italia dei valori, della sinistra saronnese e di due altre liste civiche, lasciando alla renoldi solo le liste che l'hanno sostenuta dall'inizio: cioè lega pdl e udc.
Luciano Porro, 53 anni sposato da 25 anni, tre figli, è medico di base da vent’anni, dopo un’intensa attività negli anni ’80 a Milano come medico specilizzato nell'assistenza ai malati di Aids. consigliere comunale dc dall’80 al ’90 ha lasciato la politica prima dell’arrivo di Tangentopoli per poi tornarci nel ’94, per far nascere la lista Civica di centrosinistra che poi vinse. Ora a guidare la città per 5 anni sarà lui, sperando nella compattezza della nuova coalizione che l'ha sostenuto, e che ha spezzato dieci anni filati di vittorie del centro destra.
Da varese stefania radman
LA LEGA E LA PRIMA SINDACA DI COLORE
Sandy Cane è una donna di colore italoamericana, è una tipa simpatica e decisa, ha visto il mondo ed è diventata famosa per una cosa che non le sembra poi così strana: diventare sindaco nel paese di Viggiù con una lista della Lega.
Ha vissuto dieci anni in america, a Springfield ("quella dei Simpson, e di Sentieri" cita catapultando la sua nascita direttamente nella fiction) e poi è diventata viggiutese, con la fine dell'amore della mamma italiana per il soldato afroamericano.
Nipote di un picasass, quindi più di Viggiù di chiunque altro a dispetto della pelle, racconta di quando le davano della ricca perchè aveva la bici da cross e le nike nell'italia degli anni 70 ("Ma negli Stati Uniti ce le avevano tutti") e si augura di comprare un cocker, adesso che a causa della carica resterà per 5 anni in uno stesso paese, al contrario di quel che la costringeva il suo lavoro di direttrice di alberghi.
Bossi e Maroni non li ha ancora sentiti, per le congratulazioni. "Ma il mio segretario provinciale Candiani sì".
Questo il pezzo pubblicato da Repubblica, in versione cartacea, oggi.
Questo quello pubblicato prima, l'8 giugno, da repubblica.it.
Ha vissuto dieci anni in america, a Springfield ("quella dei Simpson, e di Sentieri" cita catapultando la sua nascita direttamente nella fiction) e poi è diventata viggiutese, con la fine dell'amore della mamma italiana per il soldato afroamericano.
Nipote di un picasass, quindi più di Viggiù di chiunque altro a dispetto della pelle, racconta di quando le davano della ricca perchè aveva la bici da cross e le nike nell'italia degli anni 70 ("Ma negli Stati Uniti ce le avevano tutti") e si augura di comprare un cocker, adesso che a causa della carica resterà per 5 anni in uno stesso paese, al contrario di quel che la costringeva il suo lavoro di direttrice di alberghi.
Bossi e Maroni non li ha ancora sentiti, per le congratulazioni. "Ma il mio segretario provinciale Candiani sì".
Questo il pezzo pubblicato da Repubblica, in versione cartacea, oggi.
Questo quello pubblicato prima, l'8 giugno, da repubblica.it.
ANCHE I VINCITORI PIANGONO (O ALMENO SI INFASTIDISCONO)
Dalle nostre parti non c'è storia: hanno vinto il pdl e la lega. Il carroccio in particolare ha confermato tutto il suo potere sui comuni già suoi e si è tolto lo sfizio di scalzare una roccaforte del centro sinistra come sesto calende, o di piazzare sulla poltrona di sindaco una donna di colore, come a viggiù, che vede in sandy Cane il primo caso italiano del genere.
Ma anche alla Lega non sono mancate le cattive sorprese. Piccole cose, che però fanno male: come l'aver perso in due paesi simbolo come lozza e cazzago, cioè le residenze del ministro maroni e del segretario nazionale giorgetti, che fanno capire che non basta avere nomi altisonanti dalla propria parte (e in entrambi i casi dei parenti in lista) per assicurarsi la vittoria.
E che, nel movimento dei “padroni a casa nostra” la politica di mettere liste ovunque, anche dove non si è rappresentati, non paga. Il caso più eclatante è successo nel paesino di Bregano, dove la lega, che non aveva candidati di suo, ha candidato un uomo in vista della segreteria provinciale, stefano gualandris. In quel paese la lega ha avuto oltre il 30% dei consensi alle europee, ma è stata sonoramente bocciata alle comunali. Perchè un leghista vero quelli che non sono del suo paese non li vuole, nemmeno se sono del suo partito e nemmeno se abitano 20 chilometri più in giu.
Da varese stefania radman
(metro regione, radio popolare, ore 19,05)
Ma anche alla Lega non sono mancate le cattive sorprese. Piccole cose, che però fanno male: come l'aver perso in due paesi simbolo come lozza e cazzago, cioè le residenze del ministro maroni e del segretario nazionale giorgetti, che fanno capire che non basta avere nomi altisonanti dalla propria parte (e in entrambi i casi dei parenti in lista) per assicurarsi la vittoria.
E che, nel movimento dei “padroni a casa nostra” la politica di mettere liste ovunque, anche dove non si è rappresentati, non paga. Il caso più eclatante è successo nel paesino di Bregano, dove la lega, che non aveva candidati di suo, ha candidato un uomo in vista della segreteria provinciale, stefano gualandris. In quel paese la lega ha avuto oltre il 30% dei consensi alle europee, ma è stata sonoramente bocciata alle comunali. Perchè un leghista vero quelli che non sono del suo paese non li vuole, nemmeno se sono del suo partito e nemmeno se abitano 20 chilometri più in giu.
Da varese stefania radman
(metro regione, radio popolare, ore 19,05)
LA FATICA DI TENERE UN BLOG (E QUELLA DI TENERNE 5)
Forse ho fatto questo mestiere perchè sono una grafomane. O forse perchè, come tutti i ragazzini di cuore caldo che non vogliono crescere, scrivere e raccontare a modo tuo delle storie è un modo per tirare fuori le tue passioni e renderle oggettive, forse in qualche modo organizzarle.
Forse ho aperto il mio primo blog, nel 2003, perchè arriva un momento, nella vita, che le cose che ti porti dentro sono troppe, e soprattutto non tutte condivisibili con chi ti sta intorno. Forse ho aperto questo blog, nel 2005, perchè anche il mestiere, a volte, si complica talmente tanto che hai voglia e bisogno di dargli un senso unitario, sotto la tua firma. Forse poi, ti viene in mente di aprire un altro blog per motivi personali e tecnologici. E magari entri in facebook perchè vuoi capire com'è, e alla fine ci ritrovi i tuoi compagni delle elementari.
Poi, un giorno, in un periodo di quelli micidiali per il tuo mestiere come questo maggio pieno di assemblee di associazioni industriali, amministrative polverizzate e cambi di tecnologia a prova di cervello di quarantenne, che per sbaglio ti fermi un sabato davanti al caffè, guardi due dei tuoi cinque blog morti da anni, due agonizzanti, uno frequentato casualmente e ti dici "ma come cavolo faccio a portarmi dietro tutto?". Non lo so. Mi dispiace ma non lo so.
Credevo di organizzare i miei pensieri e li ho sparpagliati per argomento e stile. Ma ormai ci sono affezionata, alla mia vita riposta nel web: così mi scuso con i 25 lettori di ognuno e li tengo lì.
(anche in questo, avrei avuto molto di più da scrivere. Ma sono realista, e mi accontento di inserirci qualcosa quando posso, e quando il mio mestiere di spalatrice di scrittura a cottimo me lo permette)
Forse ho aperto il mio primo blog, nel 2003, perchè arriva un momento, nella vita, che le cose che ti porti dentro sono troppe, e soprattutto non tutte condivisibili con chi ti sta intorno. Forse ho aperto questo blog, nel 2005, perchè anche il mestiere, a volte, si complica talmente tanto che hai voglia e bisogno di dargli un senso unitario, sotto la tua firma. Forse poi, ti viene in mente di aprire un altro blog per motivi personali e tecnologici. E magari entri in facebook perchè vuoi capire com'è, e alla fine ci ritrovi i tuoi compagni delle elementari.
Poi, un giorno, in un periodo di quelli micidiali per il tuo mestiere come questo maggio pieno di assemblee di associazioni industriali, amministrative polverizzate e cambi di tecnologia a prova di cervello di quarantenne, che per sbaglio ti fermi un sabato davanti al caffè, guardi due dei tuoi cinque blog morti da anni, due agonizzanti, uno frequentato casualmente e ti dici "ma come cavolo faccio a portarmi dietro tutto?". Non lo so. Mi dispiace ma non lo so.
Credevo di organizzare i miei pensieri e li ho sparpagliati per argomento e stile. Ma ormai ci sono affezionata, alla mia vita riposta nel web: così mi scuso con i 25 lettori di ognuno e li tengo lì.
(anche in questo, avrei avuto molto di più da scrivere. Ma sono realista, e mi accontento di inserirci qualcosa quando posso, e quando il mio mestiere di spalatrice di scrittura a cottimo me lo permette)
postato da LaRadman alle ore 06/06/2009 07:08 | Permalink | commenti / commenti (pop-up)
categoria: considerazioni senza patria
categoria: considerazioni senza patria
A VOLTE A VARESE SIAMO PIÙ CIVILI CHE ALTROVE (A VOLTE)
Giudicati nel giro di sei mesi i quattro ragazzi che picchiarono un venditore di fiori bengalese a Ghirla lo scorso novembre, col solo intento di fargli del male. Ieri mattina il gup Giuseppe Battarino, ha accolto il patteggiamento della pena a 1 anno di carcere di Daniele Civolani di Cugliate Fabiasco e Davide Margotta di Marchirolo. Mentre il mese scorso erano stati condannati anche gli altri due componenti del gruppo, Marco Rocchetti, 26 anni, e Manuel Parazzoli, 21 anni sempre di cugliate fabiasco. Le sentenze, di un anno contro i sei mesi chiesti dalla difesa, giudicati troppo blandi, comprendono anche l’aggravante dell’odio razziale: un caso raro in questi ultimi disgraziati tempi ma proprio per questo da segnalare.
Da Varese, Stefania Radman
Da Varese, Stefania Radman
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