lunedì 30 gennaio 2012

Ottobre 2005


Sono andata a vedere la mostra di Keith Haring a Milano e mi sono sentita a casa. Tutto degli anni in cui è stato famoso mi è noto. I fatti raccontati nel percorso dell'Haring Show alla Triennale mi erano talmente vicini che ho persino cercato di sforzarmi di ricordare quel tipino un pò sfigatello al Plastic, dove avrà sicuramente stazionato le settimane in cui è stato a Milano nel 1984, visto che era a pochi passi dal falegname-artista (Pedano, per la cronaca) che gli ha realizzato i totem poi esposti quell'anno in una grande galleria milanese e ora alla Triennale.
Sono certa infatti di avere, come tanti, incrociato Haring in quelle notti pazzesche e esaltanti vissute al Plastic. Notti in cui si stava a spalla a spalla con l'arte e col futuro, in totale democrazia creativa, contrariamente a quel che succedeva nei vari Nepentha, Vogue, Rose's: i locali must della vippitudine milanese di quegli anni, dove chi ci andava andava per farsi le modelle, per strappare foto ai paparazzi oppure, come me, per lavoro alla ricerca di interviste "fuori orario".
Ho pensato anche come non è vero che quello è stato un decennio vuoto e vacuo: la cultura degli anni '80 esiste, ha lasciato tracce consistenti e ha avuto un forte valore sociale.  Solo nessuno se n'è accorto al momento, un po' perchè queste tracce erano strettamente legate all'emancipazione della cultura gay, tanto ottimista nel proprio futuro quanto ferita dagli allora indicibili drammi dell'Aids. E un po' perchè tutto era veicolato in forme che facevano perlomeno arricciare il naso agli intellettuali e coincidevano con tanta cultura pop-trash dell'epoca (quella, peraltro, che fa da sottofondo a tutta la musica di adesso e che è diventata segno grafico comune). Penso ai graffiti di Keith Haring o alla musica di Jimmy Somerville, che può sembrare pazzesco ma sono stati due degli artisti più impegnati socialmente del decennio, piuttosto che alla moda-manifesto di Moschino.
E penso anche che qualcun'altro, a dire il vero, se n'è accorto: e ha fatto un'operazione sorprendente di recupero di quegli anni. Quel qualcuno l'ho già intervistato per un piccolo magazine di qui, per una storia che poi vi racconterò. A margine però, si è parlato degli anni '80 e delle pietre miliari dimenticate, soffocate da falsi intellettualismi: una bella conversazione davvero, che non compare per ora da nessuna parte ma che mi piacerebbe davvero riprendere.
postato da LaRadman alle ore 30/10/2005 01:30 | Permalink commenti (6) / commenti (6) (pop-up)
categoria: ricordikeith haring
30/10/2005

KARMA DIGITALE

E' stata una settimana pesante, per cose non sempre esaltanti.
La più divertente è stata senza dubbio scoprire che ho un Karma che mi spinge verso i discorsi  sulla mobilità dei dati e su quell'effetto "libertà, mobilità, connettività, emozioni" che più o meno tutti tirano fuori parlando di questo argomento.
A meno di una settimana  dall'incontro che ho descritto qualche giorno fa, ho infatti relazionato (stavolta sì, era dovere) di un incontro sull'argomento avvenuto a Lugano, con a fianco un ricercatore della Liuc esperto sull'argomento - specie del rapporto tra strumenti internet, mobilità dei dati e lavoro delle piccole imprese - con cui ho cominciato a chiaccherare partendo dai blog e dagli aggregatori di blog.
L'incontro alla fine era a tutt'altro livello, lo ammetto, però mi ha fatto ugualmente ragionare: specie partendo dagli esempi svizzeri, più avanti di noi - forse per necessità - nelle applicazioni pratiche.
E poi anche qui il buffet non scherzava: sto pensando seriamente di dedicarmi al mio karma con continuità.
postato da LaRadman alle ore 30/10/2005 00:42 | Permalink commenti commenti (pop-up)
categoria: varesenews
23/10/2005

E' ANDATO TUTTO BENE (E MI SONO PURE DIVERTITA)
Popolare network, notiziario delle 19,30 
A Zurigo sarebbe ordinaria amministrazione, ma a varese è stata davvero un evento la prima street parade organizzata dai gruppi giovanili della provincia. 14 carri più di duemila persone secondo la questura: questo incontro più unico che raro di gruppi fino ad ora rimasti sottotraccia nella provincia che è stata culla della lega,è nato dal delitto di besano o meglio dal silenzio con cui sono state accolte le reazioni dei naziskin varesini contro gli stranieri e che hanno visto anche nei tafferugli dei giorni seguenti il ferimento di un cittadino albanese e di un poliziotto.
La risposta dei ragazzi varesini di oggi è stata solare, a colpi di reggae e di sangria, di comunità etniche invitate a danzare assieme e concerti rock dal vivo trasportati su camion.
Una reazione normale, finalmente, di una città che ha visto troppo silenzio calare sui fatti gravi che la stanno attraversando.
Da Varese, Stefania Radman
postato da LaRadman alle ore 23/10/2005 19:13 | Permalink commenti (1) / commenti (1) (pop-up)
categoria: radiopopvaresenews
22/10/2005

UN SALTO NEL PASSATO (Sotto il segno di un telefonino) Oggi (21-10) ho scoperto che non è cambiato pressochè niente a Milano da quando la bazzicavo un bel po' di tempo fa, da quando non perdevo una vernice alla triennale o un evento a latere dello Smau o di Milano Collezioni.
Di più: l'armamentario multimediale è cambiato molto poco dai tempi di Mister Fantasy (davvero una trasmissione storica, anzi no, un'installazione tivù davvero storica) e dà la stessa divertente sensazione di una volta: quella di sembrare terribilmente up-to-date senza costringere a troppi sforzi di comprensione.
Tra ballerine digitali riprodotte con il Mandala software  (che giustamente il prof per davvero up-to-date ricorda di avere promosso, vent'anni fa, con l'aiuto di un Amiga, uno di quei PC da ragazzetti in auge prima dell’avvento di quelli “veri”) e bonsai di insalata di finocchio mi sono goduta le brillanti conversazioni di tre menti sveglie che hanno potuto fare immaginare all’uditorio, tutti forzati delle presentazioni hitech, dove va la comunicazione, con o senza il telefonino che l’azienda organizzatrice promuoveva.
Ci saranno arrivati? Lo sapevano già? Boh.
Quella che ho visto infatti è la tipica divulgazione culturale alla milanese, ben nota nei tempi d'oro delle vacche grasse (erano gli anni ottanta): sembra terribilmente avanti, chiama ospiti davvero rappresentativi del futuro, racconta di argomenti che la massa vivrà tra dieci anni, si esprime con un vocabolario del tutto inventato e fatto "per riconoscersi" ma esprime concetti semplicissimi senza approfondirli.
Una situazione che fa contenti tutti: chi vuole propagare "il verbo" perché che riesce a farlo arrivare anche ai più refrattari. E chi vuole sentirsi diverso, perché può illudersi di ammantarsi di futuro e in fondo porta a casa davvero nomi e concetti che gli serviranno per le considerazioni di domani.
In questo caso, “la situazione” aveva le spoglie di un particolare telefonino che invia email: un oggetto meno originale di come lo descrivessero, ma molto più icona del domani di quel che gli stessi addetti al marketing erano in grado di percepire.
Così alla fine, alla domanda «come ti è sembrato?» Ho risposto sinceramente «Molto interessante. Quando in questi contesti senti parlare gente così ti fa venire voglia di sentirli parlare per davvero, in un dibattito..»

p.s: quando mi hanno chiesto se ero giornalista sono rimasta in imbarazzo per un po’. Volevo dire “sì, ma non in servizio. Vengo ad ascoltare un amico”, ma certamente la povera ragazza non avrebbe capito. Se la cronaca la faccio su un blog varrà uguale per la loro rassegna stampa?
postato da LaRadman alle ore 22/10/2005 10:25 | Permalink commenti (5) / commenti (5) (pop-up)
categoria: considerazioni senza patria
22/10/2005

COL CUORE DIVISO A META'
Non capita spesso di entrare all'interno di Aermacchi: le occasioni sono centellinate, la burocrazia altisima.
L'altro giorno, l'occasione era quella di vedere volare un generale. Bizzarro, come tema di incontro. Ma, dopo un paio di domande, se n'è capita la ragione: la verità è che là hanno costruito un aereo tanto bello, ma tanto bello da essere difficilissimo da vendere, e perciò è necessario che ne parlino. Specie in questi tempi politici, specie in commesse come quelle governative e militari dove il lavoro di lobbying è sostanziale.
L'aereo è davvero bello, e mi rendo conto di subirne il fascino:mi piace il rumore che fa, l'aria che solleva, l'idea che dovrà essere pilotato con una meticolosità che i normali autisti di auto nemmeno si immaginano.
Anche se non ci capisco quasi nulla, mi piace pressocchè tutto del volo.
Ma questi sono addestratori militari, quand'anche non siano pronti ad azioni di guerra, preparano i piloti ad affrontarle. Mi dico che un pilota che impara in un contesto militare può anche darsi all'acrobatico, diventare un componente delle frecce tricolori. Mi dico che in ogni caso questa è innovazione tecnologica ad altissimo livello, che aumenta gli standard di sicurezza anche degli aerei civili.
Mi dico che qui lavorano 1800 persone, che fondamentalmente dipendono dal successo di questo addestratore.  Ma continuo a pensare che mi entusiasmo per un aereo da guerra, e mi sento una specie di mostro.
(così mi consolo raccontando degli aironi e del loro strano ecosistema. Che sarà probabilmente pure il mio) 
postato da LaRadman alle ore 22/10/2005 01:24 | Permalink commenti commenti (pop-up)
categoria: varesenews
19/10/2005

UNA STREET PARADE A VARESE?Questa città la conosco bene, anche se non "sono di qui". E che dei ragazzi si inventassero una street parade per reagire al fatto che qui nessuno muove un dito contro la piega nazista che ogni tanto prendono certi fatti, così come se fosse niente, un po' mi commuove.
Mi ero già abituata all'indifferenza di questo posto, o meglio a quel "tu fatti i fatti tuoi che io mi faccio i miei" che qua aleggia. Io, che mi sono sempre fatta i fatti degli altri e ho imparato a girarmi dall'altra parte.  Io, che ho guardato col cuore stretto per settimane gli striscioni in centro che salutavano il ragazzo morto come se fosse successo in battaglia e non ho fatto un bel niente. Mi fa piacere, per questo, far loro da "zia".
E comunque vada sarà un successo, almeno per il mio cuore che si era rinsecchito.

(Metroregione 19 ottobre, ore 7,05)La cronaca li ha archiviati come i “Fatti di Besano”. Un ragazzo morto, ucciso da un altro ragazzo, un albanese “irregolare”. E poi la calata di naziskin e estremisti di destra da tutta Italia, bandiere inquietanti sventolate in piazza, la caccia all’immigrato in centro città. Sono stati giorni inquietanti per Varese e senza reazioni proporzionate, da parte della cosiddetta società civile. A provare a riempire il silenzio con le parole dell’integrazione e della partecipazione ci prova questo fine settimana un gruppo di ragazzi, dal nome Positi-Va. e per dirlo, usa una idea accattivante: organizzare la prima street parade della storia di Varese.
La data è domenica 23 ottobre. Il nome dell’iniziativa Positi-Vaibration, vibrazioni positive che scorreranno nella mescolanza di persone, suoni, colori e distintivi. Un’idea più unica che rara: anche perché sostenuta ma non organizzata dalle "solite sigle" della sinistra varesina.
La partenza sarà alle 14.30 in via Dandolo, poi da là il serpentone avvolgerà tutta la città.
Don Gallo interverrà alla fine del corteo, giusto prima del concerto con la musica di gruppi giovani, che chiuderà la giornata.
Per la giornata è stato anche aperto un sito, www.positi-va.org, che raccoglie tra l'altro le ultime notizie sulla manifestazione e le adesioni ad essa.
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categoria: radiopop
13/10/2005

IN RICORDO DELLE ZONKERATE DI BALDONI
Qualche giorno fa sarebbe stato il suo compleanno. Se fosse ancora vivo. ma non lo è, e il suo corpo non è stato ancora recuperato. Una brutta storia davvero, quella di Enzo Baldoni, l'unico italiano rapito che non sia tornato a casa da Baghdad, l'unico per cui non siano state spesi fiumi di zuccherosi commenti sul suo operato, anzi l'unico definito un po' sprezzantementente "pubblicitario e giornalista freelance", come se fosse sinonimo di "rompicoglioni che non doveva essere lì". Anzi, non fosse stato per chi gli aggiornava il blog, manco avrebbero detto che era stato portato via.
Poi è arrivata pian piano la verità: che era lì per Diario, che non era al suo primo reportage a rischio, che era persona di grande umanità ed esperienza, che aveva pure messo in conto di non riportare a casa la pelle, e l'aveva scritto sul suo blog. E sono arrivate anche le Zonkerate: e, per lo strano puzzle di casualità che ti offre la vita, a me è capitato di raccontare la parte più tenera nella vita di uno che amava “scaravoltare” le vite della gente.

postato da LaRadman alle ore 13/10/2005 22:51 | Permalink commenti commenti (pop-up)
categoria: varesenewsdiario della settimana
11/10/2005

IL SINDACO LEGHISTA DI VARESE SI E' DIMESSOLa motivazione delle dimissioni è politica, ma su di lui pende un avviso di garanzia.
Per carità di patria e correttezza professionale ometto tutte le voci che stanno circolando forsennatamente in queste ore: ma la sensazione che non sia finita qui, è palpabile.
(Io però non ve l'ho detto)

Popolare network, radiogiornale delle 15.30Dopo una settimana di tempeste nella maggioranza all'una di oggi, dopo una riunione straordinaria di giunta, il sindaco di varese aldo fumagalli ha dato le sue dimissioni.
le dimissioni ufficiali, secondo quanto ha dichiarato lo stesso sindaco, sono «dovute all'impasse in consiglio comunale che si protraeva da troppo tempo». Ma la maretta nella maggioranza è nata dopo l'avviso di garanzia al sindaco sotto l'accusa di concussione: aveva infatti imposto l'assunzione di una rumena - irregolare, e quindi in violazione della legge bossi fini - in cambio della vincita di un appalto comunale.
Titolare dell'inchiesta a carico del sindaco, che sta proseguendo in questi giorni è il pm Agostino Abate, il giudice della mani pulite varesina, noto per la severità ed effeicenza.
Malgrado Fumagalli abbia già dichiarato che le sue dimissioni sono irrevocabili, Varese non avrà un commissario che tra venti giorni, secondo la legge: toccherà poi a chi verrà incaricato portare il comune alle elezioni anticipate.
da Varese Stefania Radman.

(Questo è il mio pezzo per Radiopop. La versione più approfondita è qui qui. La sua lettera aperta ai varesini è qui)
postato da LaRadman alle ore 11/10/2005 17:19 | Permalink commenti commenti (pop-up)
categoria: radiopop
10/10/2005

ANCORA INTERNET, E I MIRACOLI ITALIANISono al lavoro su un comunicato di MV Agusta che annuncia il record di vendite avuto nei primi otto mesi del 2005 e penso a quanto sembrino lontani i tempi in cui Cagiva era a un passo dalla dissoluzione: in amministrazione controllata, con pressocchè tutti i lavoratori in cassa integrazione e una Piaggio che la sfiancava più di quanto già non lo fosse, in un tiraemolla estenuante di promesse e smentite di acquisto. Non era tanto tempo fa, era il 2002.
Un tempo in cui di MV Agusta (o Cagiva: i due marchi - più Husqvarna - stanno sotto lo stesso ombrello della fabbrica varesina di Claudio Castiglioni) pubblicavo solo comunicati sindacali, che esprimevano "preoccupazione" ma chiedevano "il ripristino della produzione, perchè l'azienda è sana e ha ordini".
Mentre pensavo fossero le solite frasi proforma dei sindacati, ricevevo al mio indirizzo email delle strane lettere, provenienti pressocchè da tutto il mondo, che mi domandavano sempre la stessa cosa: come va l'MV Agusta? E' ripartita la produzione?
Ho passato mesi a domandarmi chi fossero, senza avere il coraggio di chiederlo. Finchè uno, più sfacciato degli altri, mi ha cercato per telefono chiedendomi la stessa cosa.
E ho scoperto 
il paradosso della Brutale: come un'azienda possa essere sull'orlo del fallimento e senza compratori, avendo in tasca "la moto più bella del mondo".(Ora i lavoratori sono tornati a lavorare, la Brutale se l'è presa pure Emanuele FilibertoRocco Siffredi  e la Cagiva ha trovato pure un compratore: malese. Tutto è bene quel che finisce bene. Forse)
postato da LaRadman alle ore 10/10/2005 01:49 | Permalink commenti (1) / commenti (1) (pop-up)
categoria: varesenews
09/10/2005

LE PRIMARIE, I GIORNALISTI E GLI SCHERZI DI INTERNET 
«Sai Stefania? Ne sono passati diversi, per intervistarmi all'epoca delle primarie: si sedevano e mi dicevano "dunque lei ha trentatrè anni..." e io rispondevo: " a dire il vero ne avrei trentasette..." e loro risoluti: "ma no, l'ho letto su internet". Ho provato a spiegar loro che avrebbero dovuto guardare la data in cui era stata pubblicata, ma non c'era verso...»
Mentre parliamo, a margine di un incontro in cui io facevo la parte del moderatore e lui del relatore, Francesco Boccia ha voglia ancora di scherzare su quanto l'aveva ringiovanitoquest'intervista, realizzata quattro anni fa, agli occhi dei giornalisti che di fronte a un nome a loro poco noto cercavano forsennatamente notizie su Google. Trovando, come prima voce che lo riguarda (fatto salvo il sito personale del suo omonimo, cantante) proprio quella conversazione fatta con un giovane brillantissimo professore, allora consigliere del ministro dell'industria Letta, giovane e brillante quanto lui. Che aveva già allora l'aria di chi avrebbe combinato  tante cose nella vita, ma niente faceva pensare che sarebbe stato addirittura immolato sull'altare delle prime primarie dell'Unione ...
postato da LaRadman alle ore 09/10/2005 00:44 | Permalink commenti commenti (pop-up)
categoria: varesenews

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